Orfanotrofio S. G.

Ottobre 2022.

Premessa

Questo è uno dei tanti, tantissimi luoghi che conoscevo da anni e anni ma che non avevo ancora potuto esplorare. Un classico, diciamo.

Storia

Un piccolo orfanotrofio costruito negli anni ’30 in un altrettanto piccolo paese. Le difficoltà economiche ne sancirono la chiusura alla fine degli anni ’80.

Esplorazione

In un’umida mattinata dal cielo lattiginoso mi avventuro verso l’obiettivo. L’accesso è molto più facile del previsto e brevemente mi trovo nel buio dei corridoi. Lo stato dell’edificio è pessimo, vandalizzato e con diversi pasticci fatti con lo spray sui muri. Il piano terra dell’ala in cui sono entrato non ha molto da offrire se non un locale lavanderia. Salito le scale, al primo piano trovo una delle due sole cose che meritano l’esplorazione di questo luogo, ossia la cappelletta. Incredibilmente, nonostante il passaggio dei soliti fenomeni l’altare e i dipinti sui muri sono ancora in discreto stato. Ovviamente mancano elementi come la statua che doveva essere nella grande nicchia sopra l’altare e lo sportello del tabernacolo e chissà cos’altro, ma in generale questo locale ha resistito bene fino ad ora. La simmetria è molto piacevole, due porte ai lati dell’altare con sopra due affreschi, due acquasantiere agli angoli, due grandi angeli dipinti sulle pareti laterali. Il pavimento ha le classiche mattonelle esagonali verdi, rosse e beige alternate.

Dopo uno stanzone completamente vuoto, un paio di stanze buie contenenti dei letti e un bagno con tre graziosi lavandini, arrivo all’altro elemento di spicco del luogo, ossia la scalinata principale. Una scalinata con doppia rampa caratterizzata da una stupenda “ringhiera” in marmo composta da sfere nere intrappolate tra parallelepipedi verdi.

Di particolare bellezza la curva che effettua il corrimano tra una rampa e l’altra, senza apparente soluzione di continuità. La scala viene inondata da una morbida luce grazie al grande finestrone ormai senza vetri che la sovrasta. Il pavimento dei pianerottoli è rivestito di piastrelle bianche e nere disposte a scacchiera. Nonostante qualche ripugnante scarabocchio fatto sulle pareti, si riescono ancora a realizzare delle belle fotografie di questa scala, che nel mio immaginario richiama quadri di metafisica e video di musica vaporwave.

Sopra una delle porte in cima alla scala c’è una lapide commemorativa che ricorda l’inaugurazione di questa nuova sede. A piano terra invece, nella hall, altre due lapidi ai lati della scala e su una delle pareti laterali una lapide in marmo con le foto delle benefattrici dell’istituto, decedute nel corso degli anni dello scorso secolo.

A piano terra oltre alla hall ci sono solo degli stanzoni vuoti e un bagno, poco interessanti. Mi preparo e ripercorro la strada alla rovescia fino a tornare in paese.

Conclusioni

Nonostante fosse un posto piccolo ci tenevo a vederlo prima che andasse perduto. Anche se l’esplorazione è stata piuttosto breve, la cappelletta e la scala sono valsi il viaggio fino a qui, che fu la prima delle tante tappe di quella giornata.

Le foto qui presenti risalgono a Ottobre 2022.